domenica, aprile 02, 2006

dialogo zero


- Cosa penso, se penso all' "Alterità"? Quando penso ad essa, inevitabilmente penso alla "Bellezza"? Cos'è Bellezza?

In queste tre domande sono racchiuse le parole chiave di questo blog. Il mio intento è di dialogare, non neccesariamente con un interlocutore specifico, ma con uno possibile (questo non significa che non mi dovete scrivere), bene o male ogni forma di pensare è un dialogo, anche il monologo è in parte un dialogo con se stesso, fare un discorso a me stesso. Ebbene, queste sono le parole pensare, Alterità e Bellezza. Qui si parlerà solo intorno a queste tre parole chiave... Questo limite così restrittivo se ci pensate bene, è invece la soglia verso uno spazio immenso...
E' come quando s'incomincia un dialogo con un amico, man mano che si definisce l'argomento, che si trovano le cordinate, poi gli annedoti, i particolari e i retroscena, ci si appassiona sempre più... E' in questo spazio che vi voglio invitare, a pensare a tutto ciò che è "altro" e che racchiude in sé in un certo senso la "Bellezza" sostanziale!!!

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

;)

4/06/2006 4:52 PM  
Anonymous Anonimo said...

alterita'-bellezza, si, ma anche sgomento-silenzio-infinito......
un pizzico di paura, se buttarsi o no nell'ignoto assoluto, rischio, certo, di perdersi.....
ma forse il perdersi portera' a un ritrovarsi pero' arricchito.....
un completamento, una soddisfazione della proprio limitatezza, finitezza.....
solo......tocca buttarsi!

4/10/2006 8:07 PM  
Blogger Il Dialogista said...

...credo infatti, che l'esperienza del "Sacro Tremendo" sia l'esperienza della vita!
La vita in sé è un mistero. Ogni giorno ci si trova di fronte alla realtà che presenta dei paradossi. Questi, a volte, sono dei limiti al di là dei quali, però ci aprono un orizzonte di alterità, mistero,fascino incredibile! E qui non si parla della cosidetta "aria fritta", bensì del vissuto concreto come ad esempio dell'esperienza quotidiana d'incontro e scontro con l'altro (un amico, familiare, collega etc.). Questo incontro determina l'intersezione tra due limiti, tra due libertà, che nel dialogo si compenetrano fino a giungere, ad esempio in un rapporto di tipo sponsale, alla massima vetta della simbiosi. Simbiosi che tra due diversità, "Simbiosi di Alterità" pur mantenendo la propria particolarità, la propria unicità. Questo è il dialogo. Ed è per questo che hai pienamente ragione... "tocca buttarsi!"

4/10/2006 10:09 PM  
Anonymous Anonimo said...

Questo Tempo Pasquale ci introduce (e ci può far meditare)al mistero più grande dell’Alterità, quello della nostra partecipazione alla Resurrezione di Cristo. Come ha ricordato anche papa Benedetto XVI durante l’omelia della veglia pasquale, “non abbiamo l’immortalità in noi stessi e da noi stessi, ma invece mediante una relazione - mediante una comunione esistenziale con Colui che è la Verità e l’Amore e quindi è eterno, è Dio stesso”.
Ci è stato concesso di entrare in relazione – comunione – comunicazione con Dio stesso; è questo dialogo esistenziale ci ha donato e continua a donarci la vita vera. Riceviamo l’immortalità personale dentro una relazione e non nella pretesa autosufficienza dell’immortalità della singola anima.
Sull’esempio di Cristo, dovremmo impegnarci per creare vita, nonché una cultura della vita, con le nostre relazioni.

4/17/2006 9:57 AM  
Blogger Il Dialogista said...

Nel "meraviglioso scambio", nel quale Cristo assume la nostra natura umana per darci quella divina c'è il mistero dell'"Alterità". Si potrebbe dire con S. Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!"(Gal 2,20). Proprio questa è la grande testimonianza, essere "Altri", ed è questa una "Bellezza" inaudita... Il profeta Isaia nel canto del Servo (Is 53,2): "non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi..." E' la profonda ineffabilità di questa Bellezza totalmente altra che parla all'uomo come un simbolo. Il simbolo infatti è il "testimone perfetto", al livello antropologico che rimanda, che porta il messaggio all'uomo d'oggi. Solo dei veri testimoni, che non abbiano paura possono trasmettere questa luce di verità. Solo nell'essere altri. Solo nel "dono" per eccellenza che è l'Amore. Leggendo i segni dei tempi ci possiamo rendere conto che la nostra cultura post-moderna (come usano chiamarla) è un epoca nuova, che ha grandemente superato il razionalismo, è post-romantica, ma che è fortemente legata al vissuto, alla propria esperienza e alla propria esistenza. Inoltre fortemente impregnata di grandi emozioni più che di astrazioni. Questo grande sentimentalismo che c'è in ognuno di noi, questa ricerca, a volte spasmodica di grandi emozioni esaltante, è il terreno fertile nel quale possa essere seminato il messaggio del simbolo. Il simbolo che parla all'uomo intero senza escludere nulla (Corpo, psiche, anima). L'uomo è simbolo, e Cristo incarnandosi è il simbolo per eccellenza!!

4/18/2006 11:58 AM  

Posta un commento

<< Home